IL BAR SOTTO IL MARE

Gli dei moduli finali di Berchem hanno letto e commentato un racconto da Stefano Benni, Il bar sotto il mare.  Come ciliegina sulla torta, nel corso del mese di marzo siamo calati a Lier per assistere allo spettacolo di Massimo Zamboni, interprete e adattatore del testo di Benni.
Qui sotto potete leggere le loro recensioni ai racconti, vale veramente la pena di leggerli fino all'ultimo.
Francesca

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IL RACCONTO DEL NANO

“Il bar sotto il mare” è l'unico libro di Stefano Benni che ho letto.

Questo scrittore mi affascina perché i racconti sono totalmente diversi, sia per quanto riguarda lo stile che i temi delle narrazioni.

E come se questo libro fosse scritto da diversi autori. Per esempio la storia di Priscilla Mapple mi ricorda Agatha Christie, la novella di Oleron potrebbe essere stata scritta da Edgar Allan Poe, Pronto Soccorso e San Lorenzo da Niccolò Ammaniti......

Tutte le storie sono bizzarre e affascinanti.

Il principio della raccolta di racconti è vecchio di secoli. Tra i più famosi: Il Decameron (Giovanni Boccaccio) e I Racconti di Canterbury (Geoffrey Chaucer).

Il racconto  più tenero è quello del Marziano innamorato che viene da un pianeta desolato, grigio e vulcanico, dove tutto è Trond o Quazz e dove il vivere non è così divertente anzi piuttosto noioso.

Alla ricerca di un regalo super super straordinario, con il quale vuole consolare la sua ragazza, arriva qui sulla terra! Si meraviglia di tutto quello che incontra...Impazzisce quando scopre le “belle” cose ignote buttate in un cassonetto della spazzatura.

La realtà è ben diversa da ciò che pensa.

Alla fine torna a Becoda contento e fiero di sé con un apribottiglie ed una bottiglia di chinotto. La bottiglia l'ha pagata con 2 o3 Quazz (diamanti)!!!

Morale della favola: TUTTO È RELATIVO.

Betty
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Il racconto dell’uomo con la cicatrice : “Californian Crawl”

La storia mi è piaciuta molto, sebbene non sia una storia piacevole. L’autore descrive molto bene la situazione. “Si sente l’atmosfera”.
È la storia di un ragazzo molto ricco, Peter, sua madre , i suoi amici e gli amici degli amici. Si svolge intorno alla e nella piscina d’una villa in California. I personaggi bevono, chiacchierano, prendono coca e fanno il crawl in piscina.

I protagonisti non hanno più una coscienza morale e muoiono di noia (“Oh merda, che noia la California”). Tutti hanno un problema con droga o alcol. La morte è dappertutto ma i personaggi se ne fregano. Sono molto superficiali. I risultati d’una partita di basketball sono più importanti della morte d’un amico.

Il corpo di Hank  butta fuori l’acqua sul prato, ma Peter beve quattro Martini , si tuffa nell’acqua e fa il crawl: “vorrei morire, morire,morire, ma lo fanno già tutti”.

Christa
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Ecco qualche commento sul libro di Stefano Benni. Mi sono concentrato su riflessioni piuttosto letterarie perché la letteratura è una delle mie passioni e c'erano troppi riferimenti interessanti per non menzionarle ...... vero o falso, non importa  !.

Francamente ..... all' inizio mi sono detto "che casino questo libro". Storie matte che a prima vista non avevano niente a che  fare l'una con l'altra. Parecchie storie ( come quella del cuoco francese) che non capivo per niente a causa del lessico " particolare"., ecc, ecc........

Gradualmente però il libro mi ha colpito. Dopo aver letto una decina di storie mi sono accorto che Benni ama creare situazioni un po' surrealistiche , in parte reali in parte immaginarie, e questa è una buona combinazione per attirare l'attenzione del lettore. .

Parlando del surrealismo. Le 24 storie e la foto sulla copertina mi hanno fatto pensare a ..... un quadro di René Magritte, il pittore belga del surrealismo. I Quadri di Magritte sono strani e incomprensibili. Benché gli elementi ( una persona, un' albero, nuvole, ....) siano chiaramente dipinti spesso non si coglie il loro rapporto intrinseco. È esattamente l'esperienza che ho avuto con i racconti di Benni.

Anzi ... secondo me Benni è qualcuno che scrive nella grande tradizione della commedia dell'arte e del modernismo italiano come Pirandello, Italo Calvino, ecc.... Molti anni fa ho cercato di leggere il romanzo "Se una notte d'inverno un viaggiatore" di Calvino in nederlandese ma non sono riuscito a  finirlo. Era troppo astratto!!!.

Ho scelto 2 racconti da discutere un po' più nei dettagli:

La prima storia è Californian crawl. Questa storia è ambientata in una villa di una ricca famiglia in California dove dei giovani si riuniscono per il funerale del padre di uno di loro. In questo racconto Benni riesce benissimo a evocare l'indifferenza e la vacuità nella società americana .

Come si sa , sono amante degli Stati Uniti. Ci vado spesso e leggo regolarmente romanzi di scrittori americani ( recentemente "The marriage plot" di Jeffrey Eugenides ) e devo amettere che Benni tocca esattamente lo spirito americano nella sua breve storia. Avrebbe potuto fare parte di questo libro !

Dal punto di vista dello stile mi sembra che Benni ami giocare con la lingua. Sentiamo la conversazione tra madre e figlio nel Californian crawl :.

Quanti anni hai Peter?- mi chiede.
Ventuno, mamma; - le rispondo; mi mordo le labbra . Non riesco mai a dirle la verità.
Ventun anni - ripete meccanicamente come se non ci credesse
Ventun anni - ripete meccanicamente come se non ci credesse
Ventun anni - ripete meccanicamente come se non ci credesse

Ripetendo la frase 3 volte Benni tocca il nocciolo della situazione.

La seconda storia è " La traversata dei vecchietti" che racconta la storia di 2 vecchietti ( alla fine 3) che cercano in tutti i modi di attraversare una strada per raggiungere un parco. All' inizio non ci riescono ma dopo aver giocato un trucco a un poliziotto ce la fanno.

Non è proprio realistica ma piuttosto assurda, questa situazione, ecco perché mi ha fatto pensare immediatamente al famoso dramma " Aspettando Godot" di Samuel Becket. Probabilmente Benni conosce benissimo le opere di Becket e ha preso ispirazione da lui. ( Vedi la frase di Becket "Murphy, la vita non è che figura e sfondo" sotto il titolo del racconto di Californian crawl.)

Se avessi letto tutte le 24 storie probabilmente avrei trovato un rapporto complessivo tra di loro ......Magari riuscirò a trovarlo il 18 marzo a Lier . Chissà !

Eric
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Californian crawl
Da qualche parte, Benni cita l’autore france se Raymond Queneau (p53). Queneau è l’inventore degli “Exercises de style”, un gioco che consiste nello scrivere racconti in vari stili di altri scrittori.

In questa raccolta, Benni dimostra la sua conoscenza della letteratura mondiale, che sia francese, inglese, italiana, russa o altra.Non è un libro, è un puzzle, un indovinello.

Già la copertina mostra tanti ritratti, fra cui ho riconosciuto (con qualche sforzo) John Belushi, Edgar Allan Poe, Miss Marple, Joseph Conrad, Brett Easton Ellis. Gli altri sono vagamente familiari ma non ho saputo metterci un nome. A volte, lo stile è molto facile da riconoscere : Oleron è E.A. Poe, Priscilla Mapple è Miss Marple.

La storia che mi è piaciuta di più è Californian Crawl.
Quello stile, troppo semplice, troppo ripetitivo, quella gente giovane, bella e ricca che si annoia a morte, è chiaro che è una imitazione di Brett Easton Ellis. Come Douglas Coupland, Brett Easton Ellis parla della generation X : giovani ricchi e drogati che stanno senza far niente.

Nella storia, il padre di Hank è morto, la madre di Hank ha un cancro al fegato e Hank morirà drogato e affogato. Tutti se ne fregano.

 Tutta la bellezza del racconto risiede per me nella descrizione del Californian Crawl : ‘…. metto un braccio davanti all’altro e poi l’altro alternativamente mentre l’altro resta in acqua è così facendo il braccio davanti spinge e  poi diventa il braccio dietro mentre l’altro si viene a trovare davanti. È una cosa che in California chiamiamo Crawl. ‘ (p84)

È la storia di alcuni giovani che hanno la vita talmente vuota che spiegare un crawl diviene una scoperta, più importante della morte di tre persone.

Gerda
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L’anno del tempo matto
Leggendo questa prima storia del libro dopo il prologo, mi sono arrabbiata. Perché dovevo leggere delle storie completamente assurde? Come dovevo capire una storia che comincia con uccelli che non passano in volo sopra il paese, ma passano in treno? Che pensare di bambini che hanno la gotta e i reumatismi al posto dei vecchi, di fare la doccia insieme alla trota, di un’ invasione di marziani, delle sorprese nel letto ecc? Tutto il mondo sembrava essere diventato matto. Anch’io stavo diventando matta con questa lettura, ma quando è arrivata la fine, l’idea di un sole che si era impigliato in un albero e si era forato mi ha fatto sorridere un po’ e poi quando più avanti ho letto il brano in cui vulcanizzano e gonfiano il sole, mi sono sentita stupida come se mi avessero preso in giro come una bambina.
Matu-Maloa
La storia di un capodoglio chiamato Matu-Maloa che si innamora dello strano capitano Charlemont. Ancora una favola per bambini, ma più grottesca e meno poetica di quella dell’ anno del tempo matto. Non so che cosa pensare della vicenda di questo marinaio. 
Il dittatore e il bianco visitatore
Di nuovo una storia assurda, che se ci penso bene è come una parabola della bibbia. Si deve ben pensare, ma il visitatore non dice al dittatore di smetterla con tutto questo terrore, eppure dopo aver incontrato un uomo tanto buono, il tiranno non ha più voglia di torturare e ammazzare uomini.
Achille ed Ettore
Questa storia d’ Achille ed Ettore, due amici e colleghi nel ramo riscaldamento (come scrive l’autore) che litigano per una bicicletta inizia con gentilezza. Poi vengono le sfide ordinate dal sindaco: gli insulti, il duello a fiatate e poi lo scontro a vino e salciccia. Questa abbuffata finisce con la morte d’ Ettore. Dall’ inizio alla fine la storia è scritta in una maniera molto spiritosa. È vero che la descrizione, ma soprattutto l’idea dell’abbuffata non mi è piaciuta, ma per il resto ho trovato questa storia veramente brillante.
 Dopo aver letto queste prime storie, mi sono resa conto che questo libro è pieno di spirito e di poesia. Ma la lettura non è stata facile. Ho dovuto fare molte ricerche nel dizionario, visto che non ero sicura delle parole. Pensavo sempre che forse la parola che stavo cercando aveva ancora un altro significato.
Adesso non ho voglia di leggere oltre, ma aspetto una bella serata al teatro quando l’attore mi racconterà queste diverse storie del bar sotto il mare.
Gilberte
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Il racconto della vecchietta: PRISCILLA MAPPLE E IL DELITTO DELLA II C

Ho scelto questa storia perché mi è piaciuta .  È infatti una storia che risolve un mistero, ma il mistero è risolto  non dal commissario ma da una ragazza di dodici anni con  molta intelligenza.
La sua classe era una  delle più esclusive della città. Aristocratici e ricchi plebei hanno convogliato lì tutti i migliori ragazzi.
Priscilla si annoia perché sa già tutto quello che i professori insegnano, allora osserva  gli altri ragazzi della classe e fa commenti spiritosi su loro. Questi sono molto divertenti e mi hanno fatto ridere spesso. Anche quando il professore chiede se qualcuno nella classe sa perché i dinosauri si estinsero, risponde “perché non c'era il WWF ?” Priscilla prova anche che i minuti sembrano ere geologiche all'ultima ora, e chiede a Dio di mandare un corpo celeste per estinguere i “profosauri”.
Quando arriva la fine della scuola, , un allievo si è addormentato e Priscilla lo scuote per  le braccia, ma l'allievo non è addormentato... è morto !  Da questo momento interviene la polizia  e  al commissario viene consigliato dal preside di parlare con Priscilla. Allora comincia una incredibile serie  di deduzioni fatta dalla ragazza per arrivare a finalmente  a beccare l'assassino !

Questa storia mi ha fatto pensare a “Il Nome della Rosa”  di Umberto Ecco, perché l'omicidio è comparabile, fatto con veleno, in un modo molto inaspettato...

Un libro assai piacevole, ancorché non abbia apprezzato  tutte le diverse storie allo stesso modo.
… e il nome fa probabilmente l’occhiolino a “Miss Marple”, no ?

Jacqueline
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 Achille e Ettore.

“La critique est aisée et l’art è difficile” (Phjlippe Destouches) Suppongo che questo non debba essere tradotto. Quello che scriverò qui non è una critica ma soltanto un’ opinione personale.
La storia è naturalmente inventata di sana pianta e non ha nè capo nè coda come peraltro le altre storie. Debbo tuttavia confessare che non posso fare a meno di apprezzare l’immaginazione dell’ autore.
Ciò che mi ha colpito molto di più è quella panoplia eccessiva di vocabolario, sia per le parole e
i verbi sia per quanto la quantita d’aggettivi.
È evidente che quello che piace all’uno non piace all’altro. È e sarà sempre così
Jacques
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Stefano Benni ha trovato una buona formula per raccogliere   i suoi piccoli racconti in un libro. Ha creato un bar immaginario che si trova sotto il mare e dove gli ospiti racontano delle storie  irreali e assurde.
Ho letto due di questi racconti: “La chitarra magica” e  “Il folletto delle brutte figure”.

Avevo l’impressione di leggere  delle favole.  Nei due racconti ci sono dei personaggi del mondo fiabesco : un omone  chiamato Lucifumándro, il mago degli effetti speciali e un nano, il folletto delle brutte figure.  I due racconti   hanno uno stile discorsivo. Si è  attratti a conoscere la fine della storia. Benni sa bene come catturare l’attenzione dei suoi lettori.

Per quanto riguarda il contenuto delle storie, penso che Benni abbia voluto inserire  una certa lezione di moralità.

Nella “Chitarra magica”, Peter, il musicista giovane, è ricompensato  da un vecchio per la sua buona volontà con una chitarra fatata che suona da sola tutte canzoni possibili , ma solo per   quelli che sono puri di cuore. La grande sorpresa alla fine della storia è che il malvagio Black Martin  dopo aver ucciso Peter faccia suonare la chitarra  in un modo senza uguali . Questo è imputato a un difetto di fabbricazione della chitarra!

“Il folletto delle brutte figure”  tratta di uno scrittore, Domenico  Vantone che , andando  a una festa, incontra un nano. Quando Vantone si rifiuta di dare il suo fazzoletto al nano per soffiarsi il naso, il nano dice che se ne pentirà. La consequenza è che durante la serata, Vantone si comporta, contro la sua volontà, in modo maleducato, volgare e offensivo. Alla fine la situazione diventa  così grave che Vantone è messo alla porta e sarà escluso  da tutte le feste del bel mondo  e la sua reputazione  ne uscirà completamente distrutta. Una severa punizione per rifiutarsi di dare un fazzoletto!

Secondo me Benni vuole accentuare le debolezze umane nei suoi racconti. Le storie sono irrealistiche e benché facciano pensare a delle favole, mi hanno  lasciato un sapore amaro in bocca.

Non è la mia lettura preferita, preferisco delle storie realistiche, che potrebbero succedere davvero. Quando leggo un libro voglio identificarmi con la storia e questo non è possibile con questi due racconti.

Jeannine
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La storia di Priscilla Mapple nella classe 2c è la storia di un misterioso delitto, commesso in una scuola molto esclusiva.  Alla fine delle lezioni viene trovato morto un alunno della classe: Il Kid, un ragazzo disadattato. A risolvere il caso non è il commissario incaricato dell’ indagine, ma una compagna di classe della vittima, Priscilla Mapple …
Questo racconto si riferisce ovviamente ai gialli di Agatha Christie. Già nel titolo, il nome Priscilla Mapple contiene un’allusione esplicita alla protagonista di qualche suo romanzo :“Miss Marple”. E’ un noto personaggio,  una donna anziana, che riesce a risolvere i casi di omicidio più intricati, grazie alla sua curiosità e la sua osservazione.  
Priscilla possede un’intelligenza naturale ed è molto ironica.Come tutti nella classe, Priscilla si annoia  (“ i minuti sembrano ere geologiche “ )    e in questo “lago di noia”, registra tutto quello  che succede. Lei è dotata di un acuto spirito di osservazione, conosce ogni alunno della classe , il suo comportamento e il suo carattere.  Ha anche già notato e analizzato il rapporto tra i compagni.  Per lei non c’è nient’ altro d’ interessante da fare .
Priscilla è molto sveglia e attenta ai dettagli.  Ma come si dice: “per una grande mente, i piccoli dettagli sono i più importanti”. Grazie a quest’ atteggiamento, Priscilla (come Miss Marple) si dimostra un vero investigatore. Può dedurre il colpevole  e il suo movente assurdo dagli indizi, da un interrogatorio dei sospetti,  dalla sua conoscenza della natura umana (e le sue debolezze) e per esclusione.
L’ho trovato esilarante come Stefano Benni ha descritto i pensieri di Priscilla sulle sue compagne di classe e i loro comportamenti. I soppranomi degli alunni sono meravigliosi :  le sorelle sissignore, che annuivano in sincronia e anche se l’insegnante diceva: “che stronze che siete”, loro erano d’accordo. Il “ridimmelo”, perché non capisce mai la prima volta.,  la “Crostina” , la tacchinella, giorgino figarino .....
Tutti sono  di sangue nobile, aristocratici ... la miglior prole ma per niente interessati  alla scuola.   Sono molto superficiali, gli importa solo della moda e dell’aspetto fisico. Come per esempio Laviani, non geniale nelle materie umanistiche ma grande intenditrice di jeans e scarpe, Boba con già diverse plastiche al naso. ...
Aspettano tutti “ il gargarismo d’angelo “, la campanella perché si annoiano. Priscilla comincia a disegnare dinosauri e quando Lollis spiega perché  i dinosauri sono estinti P. pensa : “Si è acceso il juke-box”  mentre lei prega Dio : manda un corpo celeste ed  estingui i  “ profosauri ”.
Per qualche minuto mi ha catapultato indietro al tempo del liceo.  Penso che sia tipico per giovani di questa età: per niente interessati alla lezione ma ad altre cose, usano soprannomi e criticano sempre gli insegnanti.  Me lo ricordo ancora come fosse ieri,  anche noi aspettavamo la campanella e chiacchieravamo, facendo battute invece di seguire la lezione.
Il racconto mi è piacuto molto perché è scritto in maniera molto umorista e anche per la descrizione dei personaggi con caratteri cosi riconoscibili. Sempre e dovunque troviamo dei “sissignori”, dei “ridimmelo” e dei “jukebox accesi”.
Liliane Wegge
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MAYDAY, MAYDAY, MAYDAY
Burrasca in corso sul basso Adriatico.
Situazione in Vieste : Mare molto agitato. Vento 40 nodi da Nord-Ovest.
Tutti i documenti  e i libri volati via con il vento. Il capitano ubriaco accanto  a un barile di rhum. Il cuoco sofferente di mal di mare. Che casino!
Ho potuto salvare una storia nella mia memoria : Il racconto del Marinaio
Tutto nella storia è raccontato con cura dei dettagli e precisione come l’ imbarco dell’ equipaggio, i vestiti e il comportamento del capitano (più  di stile che di disciplina), la raccolta di piante rare e animali per  i giardini zoologici, la vita in mare con un comandante sempre più  insopportabile e l’incontro della goletta con la balena. Fino a qui tutto descritto di tal modo  che si può  immaginarlo come in un film.
Il comportamento della balena e la fine della storia mi paiono piuttosto una fiaba per bambine ma sarebbe la scena ideale per un film di pirati.
Sono le 5 del pomeriggio e il meteo annunzia : Burrasca più forte questa notte, domani  in attenuazione, Tempo di andare all’ Internet Shop per inviare il mio messaggio. Magari non c’è più pericolo di volare via dal pontile.
Cari saluti. Mia
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Ho scelto la storia, o piuttosto il mito, di “MATU-MALOA”, raccontata dal marinaio “Jim Guinea”. Voglio paragonare “Matu-Maloa” a “Moby Dick” di Herman Melville, a cui rinvia Stefano Benni nella sua citazione.
Secondo me, su diversi piani, “Matu-Maloa” è piuttosto il CONTRARIO  di “Moby Dick” :
1a : Il capitano AHAB della “Pequod” è un uomo robusto, vestito come un “vero” marinaio, un baleniere. Ha un osso artificiale, fatto con un osso di un capodoglio.
1b : CHARLEMONT, é il capitano della “Ficèle”. “Ha con sé un guardaroba completo.  Sembra una grande foca, verstito tutto di pelle nera, col cappello con una piuma verde e guanti fino al gomito.” (p.35). Il contrario di un baleniere.
 2a : “ L’equipaggio”  di AHAB è composto di loschi figuri, ruvidi, cafoni, avventurosi.
2b : Gli “ufficiali” della “Fidèle” invece, come scrive Benni, “sono piccoletti e luccicanti di raso come colibrì “(p. 35).
3a : Ahab vuole disciplina nel lavoro.
3b : Charlemont vuole disciplina … e stile (“tutti devono essere impeccabili anche nella  tempesta”) (p. 38)
4a : “PEQUOD” è il nome della baleniera. Ho cercato il significato : vuol dire “distruzione”, nella lingua di una tribù di americani indigeni americani (Mashantucket Pequot nel Connecticut).
4b : “FEDELE” significa “affidabile” in italiano.
5a : Il capitano Ahab CACCIA  il capodoglio “Moby Dick” per ammazzarlo e per vendicarsi.
5b :” La “Fidèle” è la barca più bella della compagnia Smithson. Trasporta PIANTE  E ANIMALI RARI per il giardino botanico di Londra. (p. 38) Jim Guinea, un ex-arpionatore dell’ “Holy Moses”, si imbarca dichiarando che conosce tutto di piante e animali (“La piuma che ha sul cappello è di un ororoko, signore…p.37) Convince il capitano e è assunto.
6a : Ahab perde la lotta contro “Moby Dick”, e muore.
6b : Charlemont si inammora  di “Matu-Maloa”, rompe il suo fidanzamento e sparisce sulla schiena del suo amico (la sua amica?) per vivere “molto felice” per tanti anni  !!!
Mon De Ridder
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Il racconto del secondo uomo col cappello :ACHILLE ED ETTORE


I protagonisti : Achille Lanzarini, costruttore di camini a Sompazzo.

Ettore Baldi, il fornaio di Sompazzo.

La bicicletta

Sommario: Achille ed Ettore, amici per la pelle, litigano per il possesso d'una bicicletta arrivata dal nulla. Diventano nemici feroci. Durante un duello Ettore crepa. Achille scoppia in pianto e non vuole più la bicicletta.


Alla lettura di questa storia la realtà teatrale mi è venuta subito sotto gli occhi : una scena tra due persone, l'uno intelligente (Achille), l'altro piuttosto stupido (Ettore).

All' inizio del litigio la scelta delle parole d'insulto è risibile e divengono parole assurde che talvolta non si trovano nel dizionario, ma che suonano bene. Al vertice sono puramente irreali come 'fazazadecaz'.

Durante le scene di prova di forza, la fantasia senza freni dell'autore è tale che l'assurdo raggiunge il climax. Ne consegue Una risata a squarciagola.

Benni mi ha piacevolmente sorpreso con la sua scrittura divertente, ironica e scorrevole. La sua notevole capacità di evocazione dà i risultati migliori nelle situazioni surreali. Una storia che fa pensare e sorridere. Leggerlo è un bel viaggio che mi ha accompagnato poco prima di spegnere la luce e addormentarmi allegramente.
Rob

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Il destino sull'isola di San Lorenzo.
Lo scrittore Stefano Benni descrive dettagliatamente le storie,i protagonisti  e i fatti in questo libro con una grande accuratezza. Anche in questa storia si vedono i protagonisti   passare davanti agli occhi. È quasi una mitologia greca.
La nascita del mondo secondo il nostro scrittore . All’inizio c’era Sogno che ebbe due figli, Siopé il silenzio e Mumusion il rumore con tre figli. Dyaus il cielo, Indigo la terra e Caleb il riso da cui nacque il mare, in mezzo al quale spuntò l'isola di San Lorenzo e nella capitale  di San Lorenzo c’è l'abitazione di Dio.
E poi la storia della bella Olga con i lunghi capelli biondi che vide Alfonso fare  ginnastica, lo rimirò e la freccia di Cupido fece  il suo lavoro. Durante la Fiera del Tonno di San Lorenzo i due si sono incontrati, hanno fatto l'amore e la ruota del destino si è messa  a correre all'impazzata.
Dopo sei settimane Olga si chiede come abbia potuto buttar via sei settimane della sua vita con un uomo così e nessuno sa  rispondere.  È senza dubbio il destino.
Robert
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LA CHITARRA MAGICA
Penso che Stefano Benni sia uno scrittore molto diverso dai suoi contemporanei. Le sue storie, soprattutto quelle nel libro  ‘Il bar sotto il mare’ mostrano un senso di assurdità, di fantasia,  una voglia di fare qualcosa di nuovo con diversi stili. Nel caso della storia ‘La chitarra magica’ sarebbe lo stile della fiaba, o piuttosto la parodia di una fiaba. Pensiamo a una mescolanza tra ‘La piccola fiammiferaia ’ di Andersen e ‘Cenerentola’, però nella versione di Grimm, quella con il ramo di nocciolo. In questa storia c’è un uccellino che adempie ogni desiderio di Cenerentola. Nel caso di Benni un giovane musicista di ‘buon animo’, riceve una chitarra magica data dal mago Lucifumándro che suona qualsiasi canzone su richiesta, però solo per i  ‘puri di cuore’! Succederebbero cose orribili al malvagio che la suonasse .
E, come potevamo prevedere , ‘il malvagio’ Black Martin (il nome Black Martin, come d’uso nelle fiabe, sempre preceduto da ‘il malvagio’) elimina il nostro eroe,  nel frattempo divenuto famosa rock star, s’intasca la chitarra, diventando anche lui una rock star di successo. A questo punto  il lettore si sente  preso in giro. La storia non finisce come Cenerentola con la bella morale, in questo caso la morte dell’antagonista, perchè si tratta di ‘una chitarra magica con un difetto di fabbricazione’! Quando ho letto la frase finale, mi sono messa a ridere, tanto ero sorpresa!
La morale? Non si deve essere sempre troppo ingenui!  Qualsiasi persona di ‘buon animo’, come dicono sempre le fiabe, può  avere un lato maligno. E sfortunatamente sono quelli che spesso dominano il mondo. Com’è  vera la citazione all’inizio:’Tout ce qui est injuste nous blesse, lorsqu’il ne nous profite pas directement’ (Luc de Vauvenargues). ‘Ogni ingiustizia ci offende, quando non ci procuri direttamente alcun profitto’.
Vera













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